Le Direttive Europee 2002/91/CE e 2006/32/CE sono direttive di riferimento in Europa per la certificazione energetica degli edifici.
La 2002/91/CE (Energy Performance Building Directive) ha i seguenti obiettivi:
- diminuire del 22% i consumi energetici comunitari entro il 2010
- ottenere un risparmio di energia primaria pari a 55 milioni di tep
- ridurre le emissioni di CO2 di un valore pari a 100 milioni di tonnellate
- introdurre nuovi standard progettuali.
La 2006/32/CE (recepita in Italia dal D.Lgs. 115/2008, che introduce le UNI TS 11300) ha l'obiettivo di migliorare l'efficienza degli usi finali di energia sotto il profilo costi/benefici negli stati membri, riducendo i consumi del 9%.
Le direttive richiedono agli stati membri di provvedere affinché gli edifici di nuova costruzione e quelli esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti soddisfino requisiti minimi di rendimento energetico, monitorando “la quantità di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell’edificio, compresi, fra gli altri, il riscaldamento e il raffreddamento”.
A livello nazionale le normative di riferimento sono:
D.lgs. 192/05, in vigore dal 8/10/2005: "attuazione della Direttiva 2002/91/CE"
D.lgs. 311/06, in vigore dal 2/2/2007: "disposizioni correttive al D.lgs.192/05"
DPR 59/09, in vigore dal 25/06/09
DPR 158/09 (linee guida nazionali)
Quindi in Italia a decorrere dal 2005 si deve procedere alla certificazione energetica degli edifici, introdotta come principio in Italia dalla Legge 10/91.
L'Attestato di Certificazione Energetica deve essere redatto in conformità delle Linee Guida emanate col decreto ministeriale del 26 giugno 2009. La normativa si applica a quelle regioni che non hanno ancora una propria legislazione. Nelle regioni che invece hanno approvato apposita normativa (Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna ecc.) si applicano le disposizioni regionali.